Manuale di fotografia agli animali: lo studio e la
ricerca dei soggetti
Come già
ripetuto più volte, il fotografo naturalista deve avere
una doppia competenza, una fotografica e una, appunto,
naturalistica; il fotografo naturalista è dunque anche
un naturalista, deve cioè avere le necessarie competenze
anche sulla biologia delle specie e degli ambienti. La
conoscenza naturalistica è fondamentale per almeno 4
motivi:
-Trovare i soggetti:
Come è
facile immaginare una buona conoscenza naturalistica
aiuterà il fotografo a trovare i soggetti, anche i più
difficili e sospettosi. Questo aspetto verrà affrontato
successivamente in un
paragrafo apposito.
-Raccontare:
Una
bella foto deve raccontare qualcosa, questa è una delle
regole di basi della fotografia e, come è facile
immaginare, vale anche nella fotografia naturalistica.
Se non si conosce la biologia dei soggetti che si
fotografano, sarà piuttosto difficile riuscire a
realizzare foto che raccontino qualcosa.
-Evitare disturbo o danni:
Conoscere il linguaggio del corpo dei soggetti, le loro
vocalizzazioni, i loro comportamenti e in generale la
loro biologia aiuta a capire come operare nel modo più
sicuro possibile evitando ogni rischio di arrecare
disturbo o danno.
-Eseguire foto scientificamente corrette:
È
importante che le foto risultino scientificamente
corrette e che abbiano qualcosa da raccontare sulla
vita, le abitudini o le caratteristiche del soggetto;
una foto che non racconta nulla ha poco valore.
Purtroppo ultimamente, con l’aumento spropositato del
numero di fotografi naturalisti in ogni parte del mondo
si vedono numerosissime foto completamente artefatte e
sbagliate dal punto di vista scientifico: animali di
specie esotiche fotografati in ambienti completamente
diversi dagli habitat di origine, animali fotografati in
posizioni anomale e innaturali, soggetti poggiati su
substrati dove non starebbero mai e così via. Il
fotografo naturalista deve per prima cosa essere un
naturalista e quindi conoscere la biologia delle specie,
solo dopo potrà iniziare ad occuparsi di “documentare” i
soggetti attraverso le foto. A parte il fatto che
catturare e maneggiare rettili e anfibi a scopo
fotografico è vietato, non è difficile capire che una
Raganella, ad esempio, tipica rana ad abitudini
arboricole, non va fotografata su un sasso, ma piuttosto
su una canna ai bordi di uno stagno; allo stesso modo un
ghiro, che ha tipicamente abitudini arboricole non va
fotografato a terra e soprattutto di giorno (è un
Mammifero esclusivamente notturno) e così via. E’ vero,
qualcuno potrebbe dire, esistono le eccezioni ma in
questo caso la descrizione della foto deve spiegare che
si tratta di un’eccezione, allo scopo di non creare
false convinzioni nel pubblico che altrimenti potrebbe
convincersi che sia normale trovare una raganella
abbracciata a una lumaca, o che le mantidi vivano in
mezzo ai funghi, i ghiri siano animali diurni etc.
Capisco
che per molti la fotografia naturalistica sia un hobby e
dunque non vi si può dedicare troppo tempo, in questo
caso è giusto e normalissimo “sfruttare” gli amici che
vi segnalano i luoghi dove trovare determinati soggetti
o che vi portano direttamente a fotografarli così come è
normale frequentare i workshop e capanni a pagamento
dove si ha già “la pappa pronta” … ma appunto se è un
hobby deve essere rilassante e divertente e dunque è
normale che sia così.
Il vero
fotografo naturalista, però, non si comporta in questo
modo; ha bisogno di distinguersi, di trovare soggetti e
situazioni nuove o di crearle direttamente; la vera
fotografia naturalistica non è fatta solo di momenti di
divertimento e di relax in cui ci si gode qualche ora di
scatti; per poter ottenere quelle poche ore di scatti la
vera fotografia naturalistica richiede centinaia di ore
di lavoro precedente, dallo studio al monitoraggio,
dalla sperimentazione alla preparazione dei set, dalla
ricerca alle prove, tentativi ed errori per ottenere gli
scatti desiderati.
1) Conoscenza naturalistica
Non basatevi per lo studio solo su
internet, è vero, internet è pieno di informazioni e
sono gratuite ma non è sufficiente per tutta una serie
di motivi, acquistate dunque libri,
buoni libri, sugli
argomenti e le specie che vi interessano di più; se
fotografate animali acquistate libri su come riconoscere
gli uccelli, sulle loro abitudini di vita, gli ambienti,
le migrazioni, la riproduzione, il comportamento, per
esempio. Imparate molto anche ad usare l’udito, studiate
le vocalizzazioni della fauna, in questo caso su
internet si trovano
risorse molto interessanti.
Studiate anche le vostre zone, sia
in teoria, procurandovi libri o altro materiale sugli
aspetti naturalistici dei luoghi in cui vivete, sia in
pratica, iniziate a girare ed esplorare i posti che vi
circondano, se non li conoscete bene.
[Torna su]
2) Conoscenza
tecnica/fotografica
Lo studio non si ferma solo agli
aspetti naturalistici e alla conoscenza della biologia
dei soggetti e degli ambienti; se si vogliono avere dei
buoni risultati, infatti, sarà necessario avere anche
altre competenze tecniche, in questo caso fotografiche.
E anche in questo caso non usate solo internet,
acquistate dei buoni libri, leggeteli e studiateli
accuratamente.
Ecco una lista di cose utili da
studiare e conoscere adeguatamente che vi aiuteranno a
scattare foto migliori:
-Studiare bene l’attrezzatura:
leggete i manuali e provate le varie funzioni a casa.
Per ricordare meglio scrivete una sintesi delle funzioni
più importanti su un foglietto da tenere sempre insieme
all’attrezzatura; in sostituzione potete appuntarvi
queste informazioni su un file di testo da tenere sullo
smartphone. Utilissimo è anche tenere tutti i manuali di
istruzione in formato pdf sullo smartphone, è una cosa
che ho sempre fatto e mi ha salvato in moltissime
situazioni sul campo.
-Imparate a usare tutti i pulsanti
e a trovare le funzioni che vi servono; molto utile è
anche, se presenti, sfruttare i tasti personalizzati,
dunque impostateli per accedere più rapidamente alle
funzioni importanti, ad esempio per bloccare
l’autofocus, o attivare la registrazione video o
cambiare rapidamente i parametri fotografici.
-Imparate a navigare velocemente
nei menu: questo richiede allenamento, potete farlo a
casa, l’ideale sarebbe riuscire addirittura a gestire i
menu e i tasti funzione anche al buio (per chi si occupa
di fotografia notturna), dovete ripetere più e più volte
le procedure per memorizzarle bene. Questo vi darà una
notevole velocità operativa una volta sul campo e vista
l’imprevedibilità degli animali molto spesso la velocità
operativa sarà fondamentale per ottenere buoni scatti.
-Cercate di trovare subito i limiti
della vostra attrezzatura: fate molti test a casa,
provate le diverse personalizzazioni ad esempio
nell’autofocus, testate i limiti agli alti iso, così da
sapere fin dove potete spingervi una volta sul campo.
-Studiate le tecniche fotografiche,
leggete buoni
libri di fotografia, composizione,
gestione della luce e, ovviamente di
fotografia
naturalistica. Fate prove a casa e appuntatevi le
informazioni così da poterle avere sempre a disposizione
quando vi serviranno se non ricordate qualcosa. Per
esempio è utilissimo imparare a che distanza il vostro
obiettivo, una volta impostato un determinato diaframma,
vi consentirà di avere uno sfondo sufficientemente
sfuocato e dunque gradevole oppure se usate dei flash è
importante studiare a casa tutte le impostazioni e
soprattutto come viene influenzata la luce usando uno o
più flash, cambiando la posizione dei flash, la distanza
dal soggetto etc.
-Imparate a usare il fuoco manuale
e questo è possibile solo con un buon allenamento
pratico: anche se l’autofocus ha raggiunto livelli
davvero eccellenti non riesce ancora a fare miracoli e
certe volte solo il fuoco manuale vi può consentire di
portare a casa lo scatto. Pensate ad esempio ad un
rapace che vola su un campo ma è presente una fila di
alberi dietro, nella maggior parte dei casi l’autofocus
tenterà di mettere a fuoco gli alberi sullo sfondo e
solo un sapiente uso dell’autofocus può consentire di
ottenere uno scatto. Gli obiettivi da raggiungere con
l’allenamento nell’uso dell’autofocus sono due: 1)
capire in che direzione ruotare la ghiera del fuoco
manuale in funzione della direzione del soggetto, se si
avvicina o allontana da voi 2) capire di quanto ruotarla
per raggiungere il fuoco; entrambi questi obiettivi si
raggiungono con l’allenamento che può essere fatto
semplicemente su oggetti fermi, all’inizio, e poi su
soggetti in movimento semplice (per es auto o persone)
per poi allenarsi con soggetti in movimento casuale come
i piccioni urbani, gli storni, gli insetti.
-Allenamento muscolare: sembrerà
strano ma è così, gli obiettivi utilizzati in fotografia
naturalistica possono essere molto pesanti, ovviamente è
tutto relativo al vostro fisico, per una donna, ad
esempio, anche un 150-600 mm può risultare pesante; vi
lascio immaginare cosa voglia dire manovrare a mano
libera un super-tele che può arrivare a pesare anche 5
kg o più; è vero che nella maggior parte dei casi si
userà l’obiettivo su treppiedi ed è vero anche che se
usate un buon treppiedi e una buona testa sarà anche
possibile fare qualche foto d’azione, ma vi garantisco
che certe tipologie di foto d’azione sono impossibili da
fare su treppiedi ad esempio rapaci in volo soprattutto
se molto agili e veloci come il falco pellegrino oppure
rondoni in volo. In questi casi un buon allenamento
muscolare fatto a casa con dei pesi può essere un enorme
aiuto.
|