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Tracce e segni di presenza degli animali: fatte, escrementi, deiezioni e borre

 

 

Indice

             
Introduzione   Mammiferi   Uccelli   Rettili
             
Invertebrati   Borre   Analizzare una borra   Borre di non rapaci

 

Introduzione

Gli escrementi o fatte degli animali sono costituiti dalle parti solide indigeribili degli alimenti (resti vegetali, ossa, peli, penne etc) e rappresentano ottimi segnali che possono indicare la presenza di una specie in un determinato ambiente; oltre alla presenza di una specie gli escrementi consentono anche di conoscerne le abitudini alimentari poiché spesso al loro interno è possibile riconoscere e identificare i resti indigeriti che aiutano a comprendere le abitudini alimentari dell’animale; per fare ciò è necessario effettuare un’analisi microscopica e disporre delle chiavi al riconoscimento dei diversi tipi di resti; ad esempio esistono diversi testi per l’identificazione microscopica dei peli dei mammiferi, utili quando si analizza la dieta di predatori come il lupo attraverso le fatte, esistono anche banche dati sull’identificazione microscopica delle penne degli uccelli, e molti articoli e testi scientifici sull’identificazione dei crani dei micromammiferi, utili ad esempio quando si studia l’alimentazione dei rapaci notturni analizzando le loro borre (biblioteca virtuale).

Per identificare un escremento ci si basa su diversi parametri e sono tutti utili per esempio: la dimensione, la forma, la quantità (escrementi singoli o a gruppi), il contenuto. In particolare non bisogna lasciarsi ingannare dalle dimensioni poichè la differenza di dimensioni di un escremento da fresco a secco può essere davvero notevole!

 

Conoscere le basi della biologia della digestione è molto di aiuto per capire meglio gli animali. L’apparato digerente è costituito da una serie di tubi che attraversano il corpo partendo dalla bocca o dal becco e terminano nell’ano, creando un percorso lungo e tortuoso lungo il quale il cibo viene frantumato ed elaborato in vari modi con lo scopo di estrarre le sostanze nutritive in esso contenute che saranno poi usate come “carburante” per le cellule. A differenza del becco, che non ha nessuna funzione nella trasformazione del cibo, la bocca dei mammiferi svolge invece un compito molto importante perché grazie ai denti essa è in grado di triturare il cibo fornendo una pre-elaborazione che faciliterà il compito all’apparato digerente.

In molte specie di mammiferi lo stomaco possiede una sola camera, ad esempio nei carnivori, mentre gli ungulati hanno lo stomaco suddiviso in 3-4 camere perché nutrendosi di vegetali che sono più difficili da digerire hanno necessità di una abbondante flora intestinale ospitata nelle camere; questa flora composta da miliardi di batteri aiuta nell’estrazione dei nutrienti dai vegetali.

In molte specie di uccelli (per esempio Columbiformi e Falconiformi) è presente un gozzo che funge da contenitore di raccolta del cibo prima che prenda la strada per lo stomaco; lo stomaco è composto da due parti, nella prima parte vengono secreti succhi gastrici che servono per la digestione mentre nella seconda parte, chiamata ventriglio, avviene la triturazione meccanica grazie ai potenti muscoli di cui le pareti del ventriglio sono costituite. Per aiutarsi nella triturazione del cibo molte specie di uccelli (Galliformi e Falconiformi per esempio) ingeriscono ghiaia e sassolini, che vengono poi espulsi insieme agli altri resti indigeribili.

 

Mammiferi

Gli escrementi dei Mammiferi, soprattutto quando sono freschi, hanno un odore forte e pungente, questo odore ha un ruolo molto importante per la comunicazione olfattiva; molte specie di mammiferi hanno, infatti, in prossimità dell’orifizio anale, delle ghiandole odorifere il cui secreto viene trasferito alle feci nel momento dell’espulsione; il secreto delle ghiandole anali può avere tanti significati e trasportare molte informazioni ad esempio segnalare ai con specifici la disponibilità all’accoppiamento ma anche servire all’identificazione di altri esemplari, oppure è utilizzato per la marcatura territoriale come avviene ad esempio nel lupo, nella volpe e in diverse specie di mustelidi e ungulati; in questo caso, solitamente, gli escrementi vengono lasciati in posizione elevata ad esempio su un sasso o un tronco o un cespuglio in modo tale che il segnale olfattivo si diffonda a distanze maggiori.

 

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Fatta di Lupo (Canis lupus) su cespuglio

 

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Fatta di mustelide (Faina) su ciuffo d'erba

 

Le specie che si nutrono di vegetali, a causa del loro scarso valore nutrizionale, sono costrette a consumare grandi quantità di cibo e di conseguenza producono molto materiale fecale (ad esempio ungulati o roditori). Le specie carnivore invece producono minori quantità di fatte perché la carne ha valori nutritivi maggiori. La dimensione degli escrementi, in linea generale, dipende dalla dimensione della specie che li ha prodotti ma anche dall’età, un animale giovane infatti produrrà escrementi più piccoli rispetto a quelli di un adulto. La forma invece dipende dalla composizione della dieta per esempio l’erba fresca rende le feci più molli mentre l’erba più secca o il fieno ha come conseguenza escrementi duri e secchi. In linea generale gli escrementi degli animali erbivori sono piccoli e di forma arrotondata e al loro interno sono riconoscibili solo resti vegetali come fibre, semi, noccioli etc, mentre quelli dei carnivori sono solitamente cilindrici e di forma allungata spesso con una estremità appuntita e al loro interno sono riconoscibili ossa e/o peli delle prede. Il colore degli escrementi dipende da ciò di cui l’animale si è alimentato, ad esempio la frutta fresca come i mirtilli dà un colore molto acceso. Anche l’ubicazione degli escrementi è importante per aiutarci a identificare meglio chi li ha prodotti; alcune specie lasciano gli escrementi a caso, dove capita, altre specie, come si è già detto, lasciano i propri escrementi in posizione elevata a scopo di marcatura territoriale; animali come il tasso invece defecano spesso nello stesso punto creando delle latrine (lo stesso accade anche nel coniglio selvatico).

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Capriolo (Capreolus capreolus) defeca durante la corsa. Le fatte, come si vede, sono molto piccole e con forma ovale.

 

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Specie

Dimensioni

Forma e colore

Contenuto

Informazioni

 

Ungulati

Tra gli ungulati la famiglia dei Cervidi è quella che include il maggior numero di specie in Italia; le fatte dei cervidi possono essere molto variabili nella forma in base a cosa hanno mangiato, da palline sparse e separate tra loro (nel caso di una dieta secca a base di rametti, ghiande, cortecce) fino a masse amorfe simili a letame di mucca, quando si sono nutriti brucando erba, foglie fresche o frutti; in media un cervide defeca circa 13 volte al giorno, le fatte sono composte da circa 75 pallottole (o pillole fecali) e questo dato può essere utile per monitorare il numero di cervidi presenti in un’area.

 

Cervo

2-3 cm x 1,3-1,8 cm

Simili a ghiande come dimensioni, hanno un’estremità appuntita e una arrotondata o leggermente concava

Fibre vegetali

Deposte in gruppi, circa 24-29 volte al giorno in estate, 19-25 in inverno.

Daino

1-1,5 cm x 0,8-1,2 cm

Forma ovale, simili al cervo con una estremità appuntita e una concava Colore dal nero al marrone.

Fibre vegetali

Depositate in gruppi, circa 22-28 volte al giorno in estate e 14-18 in inverno

Capriolo

1-1,4 cm x 0,7-1 cm

Forma tondeggiante di colore lucido e nero, a volte cilindriche con una estremità arrotondata

Fibre vegetali

Depositate in gruppi, circa 17-23 volte al giorno. In primavera la dieta a base di vegetali freschi rende le fatte più scure e più agglomerate.

Cinghiale

8-12cm x 6-8 cm

Forma allungata a salsiccia; sono formate da diversi dischi che tendono a separarsi quando la fatta è secca

Fibre vegetali ma a volte possono contenere anche pelo di mammiferi quando i cinghiali si nutrono di carcasse

Raramente depositate nei siti di foraggiamento, più comunemente si ritrovano sulle piste e sentieri. In inverno sono a forma di salsiccia composta da elementi più o meno sferici mentre in autunno si presentano come una poltiglia più o meno densa e in primavera in pallottole singole.

 

Lagomorfi

I Lagomorfi invece che ruminare il bolo alimentare gli fanno attraversare direttamente l’apparato digerente per 2 volte, i resti della prima digestione vengono espulsi sotto forma di pallottoline umide e morbide di colore marrone/verdastro (dette ceco tropi) le quali vengono nuovamente ingerite dall’animale per un secondo passaggio digestivo (comportamento noto come coprofagia) in tal modo da poter estrarre completamente gli scarsi nutrienti dell’erba.

 

Coniglio selvatico

1 cm di diametro circa

Forma quasi perfettamente sferica

Fibre vegetali

Depositate in posti abituali (latrine), hanno anche un significato di marcatura territoriale.

Lepre

1-1,5 cm di diametro circa

Forma rotonda

Fibre vegetali

Depositate in piccoli gruppi, non in latrine come nel coniglio selvatico

Lepre bianca

1 cm di diametro circa

Forma rotonda

Fibre vegetali

simili alle fatte di coniglio male due specie non vivono negli stessi habitat.

 

Roditori

Arvicola campestre

6-7mm x 2-3 mm

Forma allungata di colore verde quando sono fresche

Sostanze vegetali

Depositate sulle piste in mezzo all’erba

Arvicola acquatica

7-12mm x 3-4 mm

Forma cilindrica allungata con estremità smussate. Quando sono fresche sono di colore verde scuro, da secche possono rompersi in due parti e il colore diventa verde brillante

Sostanze vegetali

Depositate in gruppi che fungono da marcatori territoriali, nei punti in cui gli animali entrano o escono dall’acqua

Arvicola dei boschi

6-7mm x 2-3 mm

Forma allungata di colore verde-giallognolo

Sostanze vegetali

Simili all’arvicola campestre ma le due specie vivono in habitat diversi

Topo selvatico e dal collo giallo

5-8mm x 2-3 mm

Cilindriche allungate di colore scuro

Sostanze vegetali

Hanno un odore simile a carta di giornale bagnata

Topolino delle risaie

1 mm x 3 mm

Minuscole, forma allungata

Sostanze vegetali

Difficili da trovare, più probabile vicino al nido

Topo comune

7 mm x 2-3 mm

Molto simili alle fatte del topo selvatico

Sostanze vegetali

Da fresche hanno un odore di muffa/ammoniaca

Ratto delle chiaviche

3-4mm x 12-15 mm

Forma allungata con un’estremità appuntita;  colore variabile in base alla dieta, solitamente scure

Sostanze vegetali ma anche altro materiale organico

Solitamente depositate in agglomerati lungo le piste o nei luoghi di alimentazione; odore sgradevole, tendente al marcio

Ratto comune

3-4 mm x 9-10 mm

Simili al Rattus norvegicus ma più piccole

Sostanze vegetali ma anche altro materiale organico

Raramente agglomerate in gruppi

 

 

 

 

 

Scoiattolo

5-8mm x 5-6mm

Forma corta quasi sferica con un’estremità appiattita e l’altra appuntita

Sostanze vegetali, fibre, semi

Rare da trovare se non nella neve o nei siti di alimentazione.

Ghiro

5mm x 10 mm

Forma ovale allungata, di colore variabile in base alla dieta

Sostanze vegetali, fibre, semi

Rare da trovare, spesso depositate in cumuli

Istrice

1-1,5 cm x 2-2,5 cm

Forma caratteristica simile ad una piccola ghianda

Fibre vegetali

Deposti in piccoli ammassi formati da una decina di pezzi staccati uno dall’altro.

Nutria

1,3cm x 5 cm

Forma allungata cilindrica con estremità arrotondate, superficie finemente rigata. Colore dal marrone al verde.

Fibre vegetali

Le fatte si trovano sparse nelle aree di alimentazione, spesso vicino all’acqua o galleggianti sull’acqua stessa.

Carnivori

La dieta dei carnivori è più nutriente di quella degli erbivori essi quindi producono una minor quantità di materiale fecale; le fatte dei carnivori sono solitamente di forma allungata con una o entrambe le estremità appuntite; contengono solitamente resti indigeribili delle prede quali pelo, penne, ossa o frammenti di ossa. Tipicamente le fatte dei carnivori hanno un odore sgradevole e pungente.

 

Volpe

2-2,5 cm x 5-10 cm

Fatte allungate e attorcigliate con un’estremità appuntita; colore molto scuro, quasi nero da fresche

Possono contenere materiali indigeribili di diverso tipo, sia di origine animale (peli, penne, ossa, parti di invertebrati) che vegetale (fibre, semi etc).

Spesso depositate in punti rialzati e dominanti come sassi, ceppi, ciuffi d’erba, cespugli. Odore pungente.

Cane

Dimensioni variabili in base alla razza

Forma allungata con una estremità appuntita ma non sono attorcigliate come le fatte della volpe

In genere non contengono ossa o peli, ma hanno una grana fine dovuta all’alimentazione “casalinga” a base di crocchette.

 

Lupo

3-4cm x 12-15 cm

Forma allungata simile alle fatte di volpe ma più grandi colore grigio scuro.

Resti principalmente animali (pelo e frammenti di ossa), a volte anche resti vegetali (fibre, semi)

Usate anche come marcatura territoriale e quindi deposte in punti dominanti su rocce o cespugli.

Procione

1 cm x 5-8 cm

Attorcigliate e di forma allungata

Contengono resti diverso tipo sia animali che vegetali (peli, piume, semi etc)

Difficili da distinguere dalle fatte di altri carnivori

Gatto selvatico

1,5 cm x 6-8 cm

Forma allungata, colore e consistenza variabili in base alla dieta

Principalmente resti indigeribili di prede (peli, penne, piume, frammenti ossei)

Difficili da trovare, spesso sotterrate e difficili da distinguere dalle fatte di gatto domestico..

Lince

4-6cm x 18-25 cm

Lunghe e dritte con leggera torsione a entrambe le estremità

Resti animali, soprattutto pelo di mammiferi e pezzi di ossa anche grandi

 

Orso bruno

Dimensioni variabili tra quelle di un grosso cane e un cavallo

Punta tronca. Colore variabile in funzione della dieta

Resti misti sia animali che vegetali

Non usa latrine e non deposita le fatte in punti dominanti per marcare il territorio.

Piccoli carnivori (Mustelidi)

Tasso

2 cm x 6-8 cm

Simili a quelle della volpe, un’estremità appuntita, tendono a spezzarsi. A volte sono più liquide, a poltiglia.

Resti vari, sia animali che vegetali

Depositate spesso nello stesso punto, formano accumuli detti “latrine”; questi accumuli servono anche da marcatori territoriali. Molto spesso le latrine si trovano dentro una buca appositamente scavata.

Lontra

2 cm x 5-9 cm

Poco consistenti si disgregano facilmente soprattutto appena si seccano, passando dal colore verde scuro a grigio chiaro

Resti di pesci (lische, squame, otoliti) e crostacei (gambero della Louisiana per es., in questo caso il colore della fatta fresca tende al rossiccio).

Le fatte di lontra sono anche chiamate “Spraint” e hanno anche un’importante funzione di comunicazione olfattiva e marcatura territoriale e per questo sono depositati in punti rialzati come i sassi.

Ermellino

0,5 cm x 4-8 cm

Sottili e attorcigliate, almeno un’estremità appuntita

Resti di animali (peli e piume)

Solitamente si ritrovano vicino alle tane dove si accumulano in gran numero o vicino a una predazione

Donnola

0,5 cm x 3-6 cm

Simili a quelle dell’ermellino, lunghe attorcigliate e con estremità appuntita

Resti di animali (peli e piume)

Vicino alle tane o rifugi; si può discriminare tra donnola ed ermellino solo in base all’habitat e all’altitudine

Puzzola

0,5 cm x 7 cm

Forma cilindrica e attorcigliata, estremità appuntita; colore e consistenza variabili in base alla dieta, odorano di muffa

Resti di animali soprattutto anfibi nella bella stagione

Generalmente depositate in  gruppo (latrina) vicino a tana o rifugi.

Martora

1-1,5cm x 4-12 cm

Lunghe e sottili, colore e consistenza variabile in base alla dieta, spesso intrecciate e di colore grigio

Resti animali, soprattutto pelo di piccoli mammiferi, a volte resti vegetali

Usate anche per marcare il territorio, hanno un odore fruttato; depositate in punti dominanti come sassi o ceppi ma anche a bordo dei sentieri.

Faina

1-1,5cm x 4-12 cm

Simili alla martora ma con minore torsione e non strettamente attorcigliate; di colore più scuro rispetto alla martora.

Resti animali, soprattutto pelo di piccoli mammiferi, a volte resti vegetali

Depositate in latrine dove spesso si accumulano; odore tipico di muffa.

Altre specie

Riccio

1cm x 4-5 cm

Forma cilindrica allungata, attorcigliate e con le estremità arrotondate; colore nerastro

Resti di inverterbrati (che spesso le rendono scintillanti) per es coleotteri, lombrichi, gasteropodi, diplopodi etc.

Non hanno odore particolarmente sgradevole, depositate a caso vicino ai punti di alimentazione.

Chirotteri

Variabili in funzione della specie; da 6-8 mm a 9-13 mm di lunghezza e da 1,5-2 mm a 4 mm di spessore

Forma cilindrica con estremità arrotondate, di colore scuro, simili a fatte di topi.

Contengono frammenti di insetti; un modo per distinguere le fatte di chirotteri da quelle di topi è frantumarne una secca tra le dita, se si polverizza è di chirottero, se rimane fibrosa è di topo

Si trovano solitamente sotto i dormitori, a volte in gran numero se il dormitorio conta numerosi individui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Escrementi di Capriolo (Capreolus capreolus)

 

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Escrementi di Cervo (Cervus elaphus)

 

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Escremento invernale di Cinghiale (Sus scrofa) con la tipica forma "a salsicciotto"

 

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Escrementi di Chirottero (Ferro di cavallo maggiore - Rhinolophus ferrumequinum) e resti di cibo (principalmente coleotteri)

 

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Escrementi di Istrice (Hystrix cristata)

 

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Escrementi di Lepre comune (Lepus euroapaeus)

 

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Latrina con escrementi di Tasso (Meles meles)

 

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Escremento (fatta) di Puzzola (Mustela putorius)

 

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Escremento (fatta) di Orso bruno (Ursus arctos)

 

 

Uccelli

Mentre i Mammiferi espellono le scorie azotate (urina) separatamente dalle feci solide, negli uccelli invece i resti solidi del cibo e i prodotti urinari vengono espulsi da un unico orifizio, detto cloaca. Nella classica fatta di un uccello, infatti, è possibile distinguere due parti di diversi colori, una parte più scura che è costituita dai resti indigeriti del cibo e una parte bianca, più liquida o cremosa (quando la fatta è fresca) che invece contiene le scorie azotate, dunque  equivalente all’urina dei mammiferi. Le scorie azotate degli uccelli contengono urati che non sono tossici come l’urea dei mammiferi e dunque non hanno bisogno di essere lavati via dal corpo con abbondante acqua come, appunto, avviene nei mammiferi con l’urina.

Se dunque trovate una fatta con una parte bianca sicuramente appartiene ad un uccello; proprio questa parte bianca rende le fatte degli uccelli più visibili ai predatori; per questo motivo i pulli dei piccoli passeriformi quando sono dentro il nido espellono le loro fatte all’interno di un così detto “sacco fecale” composto da muco, che viene raccolto dagli adulti e ingerito oppure portato lontano fuori dal nido proprio per evitare di attrarre i predatori.

Le fatte degli uccelli si possono suddividere in tre tipologie principali: a) Liquide e bianche (deiezioni) b) Fatte classiche a forma di uovo al tegamino c) fatte fibrose compresse, solide e cilindriche.

 

a) Deiezioni

Gli uccelli che si nutrono di carne o pesce (rapaci diurni, rapaci notturni, gabbiani, cormorani, aironi solo per fare degli esempi) espellono delle fatte molto liquide e bianche, dette anche deiezioni, che non contengono parti solide; le parti solide cioè i resti indigeriti (squame, peli, penne, ossa etc) del loro cibo dal ventriglio (dove il cibo viene triturato) risalgono lungo la cavità orale dopo essere state pressate e vengono rigurgitate sotto forma di borra (o bolo). Per questo motivo gli uccelli carnivori e piscivori hanno escrementi molto liquidi che non contengono parti solide ma solo gli urati; queste deiezioni creano delle striature bianche ben visibili ad esempio intorno ai nidi o nei posatoi più frequentati.

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Deiezioni sotto i posatoi di Falco pellegrino (Falco peregrinus) a sinistra e di Gheppio (Falco tinnunculus) a destra.

 
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Deiezioni di Allocco (Strix aluco) sotto un posatoio (un grande albero nel bosco)

 

Alcuni uccelli possono espellere le deiezioni letteralmente spruzzandole anche a qualche metro di distanza, è il caso degli Accipitridi come Astore e Sparviere, altri invece come i falchi (falco pellegrino, gheppio per esempio) o i rapaci notturni le lasciano semplicemente cadere in verticale dal loro posatoio.

 

Trovare i posatoi dei rapaci

Il modo più facile per trovare i posatoi di gufi, allocchi, poiane o altri rapaci notturni e diurni è quello di cercare le loro deiezioni; il colore bianco e l’accumulo di deiezioni rendono infatti facilmente visibili i posatoi dei rapaci, sia in una parete rocciosa che in un bosco sotto un grande albero o un grosso ramo secco. I rapaci amano infatti utilizzare posatoi dominanti da cui possono avere una visuale maggiore su tutto il territorio circostante o, nel caso dei rapaci notturni, da cui possono ascoltare meglio durante la notte i rumori provocati dalle loro prede. Spesso sotto i posatoi si trovano anche le borre dei rapaci e a volte anche le penne di muta; questi elementi aiuteranno a capire con più precisione la specie che utilizza quel determinato posatoio.

  

 

b) Fatte classiche a forma di uovo al tegamino

Sono i classici escrementi della maggior parte degli uccelli, soprattutto i passeriformi; questo tipo di fatta è composta da due parti: una parte bianca liquida composta dagli urati (il corrispondente dell’urina dei mammiferi) che una volta caduta a terra si appiattisce diventando simile alla parte bianca dell’uovo al tegamino, l’altra parte invece è più solida e di colore più scuro, contiene gli scarti intestinali. Il colore della parte scura può variare in funzione della dieta cioè del cibo di cui si è nutrito l’uccello e visi possono riconoscere anche parti in digerite come semi o parti di insetti.

 

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Fatta di piccolo passeriforme (Fringuello - Fringilla coelebs) con la tipica forma "a uovo al tegamino"

 

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Fatta di Merlo (Turdus merula)

 

c) fatte fibrose compresse, solide e cilindriche

A volte capita di trovare sul terreno delle fatte cilindriche e compatte che somigliano a quelle di mammiferi ma in realtà appartengono a uccelli, in particolare a specie che si nutrono principalmente di vegetali duri e fibrosi come ad esempio molte specie di galliformi e tetraonidi o le oche. Quando sono fresche queste fatte presentano una parte bianca (contenente gli urati) che però può scomparire quando si seccano e in questo caso può essere più facile confonderle con fatte di mammiferi. Spesso queste fatte si trovano a gruppetti, depositati nei punti in cui gli uccelli passano più tempo a riposo o appollaiati, in altri casi si possono trovare sparse in una piccola rea, in questo caso si è in presenza di un sito di alimentazione o l’arena delle parate nuziali.

 

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Fatta solida e fibrosa (escremento) di Fagiano comune (Phasianus colchicus)

 

 

Rettili

Gli escrementi dei rettili, ad esempio gechi, lucertole o serpenti sono costituiti da un mucchietto scuro con una piccola macchia chiara di colore giallo o bianco (che è la parte contenente gli urati). Tipicamente questi escrementi si possono trovare su muri, rocce o nei posti dove i rettili termoregolano.

 

Invertebrati

Gli invertebrati sono gli animali più abbondanti e il raggruppamento più ricco di specie sul pianeta; la loro varietà è estremamente diversificata per adattamenti, forme, dimensioni etc e per questo anche i loro escrementi sono estremamente diversi. Essendo piccoli, gli invertebrati producono escrementi a loro volta molto piccoli e per questo risulta difficile trovarli soprattutto in natura ma sarà più facile trovarli in posti chiusi per esempio in casa. Le fatte degli invertebrati, come abbiamo detto, possono essere di tante tipologie diverse, da piccoli puntini umidi (tipici dei ditteri come le mosche) a piccole macchie chiare (tipiche di molte specie di ragni); le farfalle all’uscita dalla loro pupa si liberano dei loro rifiuti liquidi, il loro escremento è chiamato meconio e ha la forma di una macchia di colore rosso o rosa; altre specie di insetti espellono una particolare sostanza detta melata, è il caso degli afidi (i pidocchi delle piante), di questa sostanza si nutrono alcune formiche che in cambio difendono gli afidi dai predatori come le coccinelle; le chiocciole e le lumache producono feci a forma di cordicelle piuttosto lunghe di colore variabile in base a ciò di cui si sono nutrite (nero/marrone in genere); i vermi (anellidi) producono feci di forma allungata.

 

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Formica che si alimenta della melata espulsa dagli afidi

 

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Le borre degli uccelli

Abbiamo già accennato a cosa sono le borre (o boli): materiale indigeribile composto da ossa, peli, penne, chitina di insetti, rigurgitato sottoforma di una “pallottola” compatta dalla cavità orale degli uccelli. Tipicamente le borre sono più conosciute nell’ambito degli uccelli rapaci, diurni e notturni ma, in realtà, sono numerosissime le specie di uccelli che rigurgitano borre, in generale tutti gli uccelli che si nutrono di altri animali (carne, pesce, insetti) rigurgitano borre contenenti i resti indigeriti delle loro prede, quindi, ad esempio i gabbiani, gli aironi, il martin pescatore, i corvidi, i turdidi, le averle etc.

Per il loro contenuto e la loro forma a volte le borre possono somigliare a escrementi di Mammiferi, ma un occhio attento e allenato può facilmente distinguerle. Le borre, ad esempio, non puzzano, non hanno odori sgradevoli, cosa che invece succede con le fatte dei mammiferi (anche se una vecchia fatta ormai non avrà più alcun odore). Il punto di ritrovamento di una borra è un altro importante parametro che aiuta a distinguerle dalle fatte dei mammiferi: gli uccelli, infatti, rigurgitano le borre sempre quando sono appollaiati dunque è difficile trovare una borra in campo aperto, ma solitamente si troveranno le borre sotto dei posatoi.  Alcune specie utilizzano posatoi abituali dove dunque è facile trovare le borre ad esempio la civetta o il barbagianni oppure i gufi comuni nei roost (dormitori invernali); altre specie invece possono rigurgitare le loro borre in posatoi casuali o sempre diversi come ad esempio l’allocco o l’assiolo e in questo caso sarà molto difficile trovare le loro borre nel bosco.

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I rapaci come si è detto in precedenza hanno uno stomaco diviso in due camere dove il ventriglio, grazie alle sue pareti muscolose, comprime i resti non digeriti sotto forma di una pallottola (la borra appunto) che verrà poi rigurgitata. Quando un rapace sta per espellere una borra non può assumere altro cibo; in genere i rapaci espellono circa 2 borre al giorno (un gufo di palude per esempio espelle una borra ogni 30-90 grammi di cibo).

I  rapaci diurni hanno succhi gastrici molto acidi che permettono loro di digerire in parte anche le ossa delle prede; essi inoltre tendono a spiumare e spezzettare le prede grazie al loro becco adunco e per questo nelle loro borre sarà difficile ritrovare resti riconoscibili. I rapaci notturni invece non hanno succhi gastrici molto acidi e soprattutto ingoiano le prede per intero e per questo nelle loro borre è molto più facile riconoscere con precisione le prede di cui si nutrono (nel caso dei vertebrati, mentre gli invertebrati è più complicato).

 

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Analizzare una borra

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I micromammiferi roditori (arvicole, topi etc) o insettivori (crocidure, talpe, toporagni etc) sono molto difficili da studiare a causa della loro attività prettamente notturna e le piccole dimensioni; un metodo molto pratico utilizzato dai ricercatori è quello di sfruttare i loro predatori naturali come i rapaci notturni per studiare le popolazioni di micromammiferi di una determinata area; ciò è possibile raccogliendo ed analizzando le borre; l’analisi delle borre consente inoltre ai ricercatori di studiare la dieta e le abitudini alimentari dei rapaci notturni.  

Le borre migliori da analizzare sono quelle dei rapaci notturni, soprattutto il Gufo comune e il Barbagianni: le loro borre si trovano in abbondanza (ad esempio sotto i dormitori invernali dei gufi comuni) e contengono principalmente resti di micromammiferi (le borre di Civetta o Assiolo, per esempio, contengono soprattutto resti di invertebrati, molto difficili da identificare).  

 

Dove trovare le borre

Come già detto le borre più utili per l’analisi sono quelle di gufo comune e di barbagianni; nel caso del gufo comune è facile trovare grandi quantitativi di borre sotto gli alberi ove questi rapaci dormono durante il giorno (dormitori diurni o roosts); nel caso del barbagianni, una volta individuato un casolare abbandonato dove vive questo rapace non sarà difficile trovare decine e decine di borre al suo interno (ma anche all’esterno) sotto i vari posatoi che il barbagianni adopera (ad esempio l’anta di una finestra, una trave etc.). Per la raccolta delle borre usare delle buste di plastica e dei guanti, è utile anche un pennarello col quale segnare sulle buste data e luogo di raccolta.

 

Attrezzatura necessaria:

-piattino di plastica

-Pinzette

-Strumento appuntito (uno stecchino, un lungo ago o anche un aculeo di istrice)

-Lente di ingrandimento

-Guanti usa e getta monouso in latex

 

Generalmente si analizzano le borre secche e possono risultare complicate da aprire per questo si consiglia di riempire il piatto di plastica con 1 cm di acqua  e immergervi le borre così da ammorbidirle; poi, aiutandosi con le pinzette e lo strumento appuntito si inizia ad aprirle e separare i resti ossei dal materiale amorfo (peli e altro materiale irriconoscibile).

Se si vogliono conservare e collezionare le varie ossa e crani in una collezione è bene immergerli per circa mezz’ora in una soluzione di acqua ossigenata o di candeggina e successivamente asciugarle su un canovaccio. Le ossa bene pulite così ottenute possono poi essere incollate su dei cartoncini o conservate in contenitori di plastica.

Una volta ottenuti tutti i pezzi di ossa e crani di una borra, isolati e ben puliti si può procedere all’identificazione; per questo scopo sarà utile la lente di ingrandimento ma soprattutto si dovranno avere delle chiavi di riconoscimento. Esistono molti testi e articoli che aiutano a identificare i resti ossei delle borre, nel box sottostante troverete alcuni link a risorse gratuite.

 

I resti ossei che tipicamente si trovano in una borra sono:

-Crani interi

-Mascelle e mandibole

-Ranfoteche (becchi degli uccelli)

-Denti

-Ossa varie (costole, ossa pelviche, ossa degli arti, costole etc)

 

 

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All’interno delle borre si possono trovare anche dei bruchi o larve pelose di insetti: si tratta di insetti che si nutrono della cheratina dei resti degli insetti, riciclandola, sono solitamente tarme dei tessuti come  l’antreno dei musei o bruchi di piccole farfalle come la tignola dei tappeti che nella borra compiono tutto il loro sviluppo.

 

Prede tipiche dei rapaci notturni

Quali sono i resti di prede che si possono trovare nelle borre dei rapaci? Ecco una breve carrellata

-Micromammiferi insettivori: come ad esempio i toporagni, le crocidure e le talpe; hanno crani piccoli e di forma allungata con denti affilati e appuntiti

-Micromammiferi roditori: come ad esempio topi, ratti, arvicole; i loro crani si distinguono per la presenza degli incisivi a scalpello tipici di questo Ordine.

-Uccelli: principalmente piccoli passeriformi, dalla taglia di una capinera fino a un merlo/tordo. Sono prede frequenti nella dieta dell’allocco, più rare ma comunque presenti anche nella dieta del gufo comune, della civetta e del barbagianni.

-Mammiferi di piccola taglia: più raramente si possono trovare altri resti di mammiferi di taglia maggiore rispetto ai micromamiferi come piccoli di coniglio, ricci e donnola.

-Pipistrelli: anche queste specie sono rare, ma può capitare che alcuni rapaci notturni catturino dei pipistrelli (ad es. il Barbagianni)

Rettili e anfibi: anche in questo caso si tratta di prede meno comuni ma nelle borre di allocco non è difficile trovare resti di rane, tritoni, lucertole, gechi e serpenti.

-Pesci: altra preda rara ma nelle borre di Allocco non è infrequente trovare squame o lische di pesci d’acqua dolce

-Invertebrati: possono costituire una parte importante della dieta soprattutto in specie come la civetta o l’assiolo ma non è raro trovarli anche nelle borre di altri rapaci notturni più grandi come l’allocco. Le borre contenenti lombrichi hanno un aspetto terroso; dei molluschi si possono trovare frammenti delle conchiglie; degli artropodi si possono trovare parti varie, solitamente quelle con la cheratina più spessa, ad esempio le ali, le teste o i segmenti addominali.  

 

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Identificare le borre

Riconoscere la specie che ha prodotto una borra e distinguere una borra da una fatta di mammifero può essere difficile e, in effetti, non è sempre possibile ma con un po’ di conoscenza ed esperienza è possibile risolvere la maggior parte delle situazioni.

Le borre possono essere facilmente confuse soprattutto con le fatte di Volpe; queste ultime però, se fresche, hanno un odore forte e pungente e si trovano sul campo libero, come escrementi singoli mentre le borre più tipicamente si trovano spesso in gruppi sotto i posatoi tipici dei rapaci. Gli escrementi dei Mammiferi hanno una struttura attorcigliata e almeno un’estremità è appuntita e assottigliata, cosa che non avviene nelle borre; gli escrementi presentano, inoltre, i resti allineati parallelamente all’asse longitudinale mentre nelle borre i resti non sono sempre paralleli all’asse longitudinale ma disposti in maniera casuale.

 

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Borre di Barbagianni (Tyto alba), notare il loro colore molto scuro rispetto alle borre degli altri rapaci notturni

 

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Borre di Civetta comune (Athene noctua) sotto un posatoio in un casolare

 

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Borre di Gufo comune (Asio otus) sotto un dormitorio invernale (roost)

 

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Borra di Falco pellegrino (Falco peregrinus)

 

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Borra di Poiana comune (Buteo buteo)

 

Sono diversi i parametri che possono aiutare a capire chi ha prodotto una borra, in particolare:

-dimensione: è proporzionale alla dimensione della specie è dunque un parametro utilissimo! La borra di un gufo reale è enorme così come lo è il gufo reale, rispetto alla borra di un assiolo, per esempio 

-colore: in genere è un parametro poco utile ma il colore aiuta molto a riconoscere le borre di Barbagianni (molto simili a quelle di gufo comune) in maniera molto precisa 

-ambiente: anche l’habitat preferito da una specie è un parametro utilissimo per esempio le borre di Allocco possono essere molto simili per forma, colore e contenuto alle borre di gufo comune ma queste due specie di strigiformi frequentano habitat generalmente diversi, se trovate la borra in un bosco sarà quasi sicuramente di allocco, se la trovate sotto un gruppo di alberi isolati in campagna sarà molto probabilmente di gufo comune.

-resti contenuti: la dieta dei rapaci notturni è fondamentalmente basata su micromammiferi ma è, in realtà, molto varia; il contenuto della borra aiuterà meglio a identificare chi l’ha prodotta per esempio la borra di civetta contiene molti resti di invertebrati, quella di un assiolo contiene quasi esclusivamente resti di invertebrati mentre la borra in un barbagianni contiene quasi esclusivamente resti di vertebrati, soprattutto micromammiferi.

 

 

Specie

Dimensioni

Forma e colore

Contenuto

Habitat/Posatoi

Barbagianni

2,5 x 3-8 cm

Borre molto scure quasi nere soprattutto quando sono fresche. Forma da ovale a oblunga

Contengono principalmente ossa di micromammiferi, più raramente qualche piccolo passeriforme

Casolari abbandonati, stalle. Spesso sotto pali della luce, cartelli stradali.

Civetta

1,5 x 2-5 cm

Borre piccole e compatte, di colore grigio; molto simili a quelle del gheppio ma più corte

Contengono spesso molta sabbia proveniente dai lombrichi e resti di insetti

Casolari abbandonati, edifici anche abitati, sotto i pali della luce o posatoi a bordo strada

Gufo comune

2-3 cm x 4-7,5 cm

Forma oblunga, colore scuro quando è fresca ma non così scuro come nel Barbagianni

Soprattutto ossa di micromammiferi, più raramente qualche piccolo passeriforme

Molto facili da trovare sotto gli alberi dei dormitori (roost) invernali (alberi sempreverdi, soprattutto conifere)

Gufo di palude

2-3 cm x 4-8 cm

Somiglia molto alla borra del gufo comune ma è leggermente più lunga

Contiene quasi esclusivamente ossa di micromammiferi

Campi e prati; il Gufo di palude, in Italia, è presente solo d’inverno

Allocco

2-3 cm 4-6 cm

Allungata, di colore grigio

Molti micromammiferi ma anche uccelli e invertebrati

Boschi maturi anche parchi urbani.

Gufo reale

3-4 cm x 10 cm

Borra di dimensioni molto grandi, difficile da confondere con altre specie di rapaci notturni.

Forma oblunga con grande quantità di ossa.

Boschi e foreste soprattutto nelle Alpi, più raro in Appennino

Gheppio

2-4 cm x 1-2,5 c m

Quando è fresca ha una forma a goccia. Il colore è grigio chiaro

Ha una grana fine e fibrosa dovuta ai micromammiferi; spesso contiene molti resti di insetti

Campagna agricola, ambienti urbani e antropizzati, collina con prati intervallati a boschi. Sotto posatoi dominanti, pali della luce, cartelli stradali.

Falco pellegrino

2,9 cm  x 1-3 cm

Forma ovale e colore molto variabile.

Contiene principalmente piume, sono borre poco compatte e “leggere”, raramente qualche pezzo di osso

Falesie sul mare, pareti rocciose, ambienti urbani. Spesso si trovano le borre del falco pellegrino anche sotto i grandi tralicci in pianura

Lodolaio

2-3 cm x 1-3 cm

Forma ovale, colore molto variabile

Contengono molte piume, come se fossero borre di falco pellegrino in miniatura. Ma hanno anche elevata percentuale di invertebrati (soprattutto odonati e coleotteri)

Boschi aperti, campagna agricola, ambienti fluviali.

Poiana

4,5-6 cm x 2,5-3 cm

Forma ovale/tondeggiante spesso con una estremità appuntita. Il colore è variabile in funzione delle prede

Vista l’enorme variabilità della dieta di questo rapace il contenuto può essere di vario tipo, da peli di mammiferi anche di grande taglia a micromammiferi, penne di uccelli, resti di invertebrati etc

Campagna agricola, ambienti di pianura e ambienti collinari. Posatoi dominanti, cartelli a bordo strada, pali della luce etc.

Sparviere

2-3,5 cm x 1-2 cm

Un’estremità è ovale l’altra più appuntita.

Ricche principalmente di piume di uccelli, raramente qualche osso o zampa

Boschi di conifere, ambienti collinari, parchi urbani

Astore

9-11 cm x 3,5-4 cm

Forma simile allo sparviere ma di dimensioni maggiori

Contengono principalmente penne e piume a volte anche pelo di mammiferi (Lepre, coniglio, scoiattolo)

Boschi maturi, soprattutto con conifere

Aquila reale

9-11 cm x 3,5-4 cm

Forma allungata e colore variabile in base alla preda

Soprattutto piume di uccelli e pelo di mammiferi, spesso pezzi di ossa indigeriti

Ambienti collinari e montani con boschi, radure e pareti rocciose.

Albanelle

 

 

 

 

Falco pescatore

 

 

 

 

 

 

Borre di uccelli non rapaci

Come si è già anticipato non sono solo i rapaci notturni e diurni a produrre borre ma tante altre specie ad alimentazione carnivora, piscivora, insettivora ma anche onnivora ad esempio:

-Ardeidi (Aironi): borre compatte e dense contenenti soprattutto pelo con poche ossa e resti di pesce

-Svassi: contengono soprattutto resti di pesci e insetti con grandi quantità di penne

-Gabbiani: borre poco compatte, non molto allungate; contengono resti di vegetali, invertebrati, pesci e altri vertebrati ma anche resti inorganici

-Limicoli: producono borre piccole e di forma varia. Contengono soprattutto resti di invertebrati (anche marini per le specie che frequentano gli ambienti costieri).

-Coraciformi: il martin pescatore avendo alimentazione piscivora produce borre compatte composte da ossa di pesci e squame. Anche i Gruccioni producono borre composte principalmente da resti di insetti indigeriti e risultano poco compatte. Upupa e Ghiandaia marina producono anch’essi delle borre ricche principalmente di resti di insetti nel caso dell’upupa mentre nel caso della Ghiandaia marina possono contenere oltre ai resti di insetti anche ossa di vertebrati come lucertole e rane.

-Corvidi: possono essere compatte o meno e contenere sia resti di vertebrati che di invertebrati ma anche materiali vegetali, semi, noccioli e a volte sassi (usati per facilitare la digestione)

-Averle: essendo Passeriformi predatori anche le Averle producono borre come i rapaci; esse sono però meno compatte perché contengono molti resti di insetti (soprattutto nel caso dell’Averla piccola).

-Turdidi e simili: merlo e tordi ma anche gli storni o piccoli passeriformi come il pettirosso o i codirossi producono piccole borre costituite principalmente da resti di insetti e resti vegetali.

 

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Gruccione (Merops apiaster) che rigurgita una borra

 

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Borra di Averla piccola (Lanius collurio)

 

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Borra, orma e deiezione di Gabbiano reale

 

 

 

 

 
 

 

 
 

 

 

 

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